CENTRO AZIENDALE

PER I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

 

 

  AUTO     

RELAZIONE

PROGETTI

2016

 

Già nel 2015 il Centro Aziendale per i Disturbi dello Spettro Autistico ha  sperimentato attività esterne  rivolte ad  adolescenti e giovani adulti  affetti da autismo quali giornate in piscina, giornate al mare, gite, escursioni, passeggiate in centri commerciali, partecipazione a giornate ecologiche per la pulizia di spiagge etc.

 

Sulla base delle esperienze positive riscontrate, per l’anno 2016 si sono avviate delle sessioni di lavoro ed attività esperienziali  di tipo ludico-ricreative, sulle autonomie ed avviamento al lavoro  , in fase sperimentale.

 

I progetti non prevedono impegno di spesa da parte della ASL Napoli 2 Nord

 

Premessa

Il concetto di Riabilitazione è andato incontro, nel corso degli anni, ad una trasformazione: da una concezione medico curativa centrata sulle deficienze funzionali, si è arrivati ad un approccio che guarda la persona che viene riabilitata in modo globale, al fine di conseguire il miglioramento della sua qualità della vita. In una visione così globale, la Riabilitazione diviene processo in cui si articolano competenze professionali, funzionamento in rete dei servizi e integrazione tra sanitario e sociale.

Accanto ad una riabilitazione medica (intesa come prevenzione, contenimento o eliminazione della disabilità) pertanto, è possibile individuare una riabilitazione sociale che ha come finalità la prevenzione e l’abbattimento delle barriere. In questa doppia veste, l'intervento riabilitativo, pur avendo un orizzonte immediato localizzato nella corporeità lesa e disfunzionale, ha anche un orizzonte più vasto, quello dell’intera personalità considerata nel suo inserimento familiare, sociale e lavorativo che diventa indicatore di outcome per il paziente. 

Negli adolescenti e nei giovani adulti l’area delle autonomie diventa il focus dell’intervento Riabilitativo in quanto, anche in presenza di una elevata funzionalità, le persone con autismo risultano carenti o molto carenti a livello di adattamento, rimanendo assolutamente dipendenti dai loro familiari o dai servizi di supporto.

Nell’area delle autonomie, infatti, permangono delle lacune determinate, in parte, dalla scarsa sperimentazione dei soggetti con ASD in contesti non protetti, per il resto dall’atteggiamento di delega che spesso caratterizza l’approccio dell’adulto al disabile, dove il primo si sostituisce in toto al secondo. Tali modalità assistenziali e/o protettive limitano, di fatto, l'acquisizione di indipendenza dei soggetti stessi. In linea con questa ottica bio-psicosociale, di considerare nella presa in carico dei soggetti, non solo i cambiamenti dello sviluppo fisico e psicologico del soggetto, ma anche quelli che investono il contesto ambientale.

La  mission del nostro Centro è quella di:

Ø  Acquisire e promuovere metodiche atte al recupero funzionale e sociale nella prospettiva della migliore integrazione possibile, attraverso progetti individualizzati elaborati a seguito di una valutazione funzionale ed adattiva.

Ø  Limitare l’emarginazione e i comportamenti problema, contenere gli aspetti psicopatologici emergenti in adolescenza, ridurre il carico familiare e diminuire i livelli di assistenza.

 

PROPOSTE PROGETTUALI

Sulla scorta di quanto su esposto, si è  attivato un training di interazione/integrazione sociale e territoriale al fine di promuovere l’inclusione e l’acquisizione di comportamenti adattivi in linea con il processo di sviluppo.

Tali iniziative progettuali hanno lo scopo di implementare buone prassi di inclusione, pertanto ogni progetto prevede interventi a tempo, allo scopo di favorire esperienze positive per l’utente e la famiglia che possano incidere positivamente sulla qualità della vita.

I progetti sono strutturati nelle seguenti fasi:

ü  Analisi della domanda (collaborazione famiglia-centro)

ü  Profilo Funzionale che prende in considerazione le risorse ambientali

ü  Elaborazione Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato

ü  Estensione della metodologia individuata alla famiglia e ad altre figure coinvolte

ü  Attuazione del progetto

ü  Verifica degli obiettivi a breve, medio e lungo termine

 

 

 

Area Tempo Libero

 

·        Sport (Sporting club Flegreo, Centro Sportivo Italiano-CSI, Lega Navale Pozzuoli)

·        Cultura (Biblioteca, Visite guidate, Cinema teatro

·        Attività socio ricreative (gite, uscite amicali pub ,pizzeria, bar, laboratori grafico- pittorici, giardinaggio, piscina, passeggiate sul territorio)

·        Attività socialmente utili 

Sensibilizzazione al disagio sociale:  

             distribuzione banco alimentare, mensa dei

             poveri, caritas.

             Rispetto dell’ambiente: Pulizia delle spiagge

             con Associazione NAV /manutenzione aiuole

             sia pubbliche che aziendali

 

 

 

 

 

Area Autonomie

 

 

·        Attività domestiche (spesa di alimenti, pulizia/riordino degli ambienti)

·        Cura di sé (parrucchiere, barbiere, estetista, acquisto di indumenti etc.)

·        Educazione stradale: (orientamento, utilizzo mezzi di trasporto)

 

 

Avviamento al Lavoro

 

 

·        Ristorazione (mensa, pasticceria, ristorante)

·        Attività in piccole imprese locali

( catalogare, imballare, etichettare, catena di montaggio, relazioni con la clientela)

 

 

Il Progetto globale

·        Si propone l’accrescimento di abilità nella sfera delle autonomie in adolescenti con autismo: una sorta di “scuola del saper fare”che oltre a favorire, insieme alla famiglia, la generalizzazione e la stabilizzazione delle abilità acquisite nell’ambito di setting terapeutici specifici, rappresenta la piattaforma per lo sviluppo di nuove autonomie e competenze, anche lavorative.

·        Prevede training abilitativi alle autonomie sociali, domestiche e personali attraverso sperimentazioni in vivo e non, finalizzati all’inclusione sociale e territoriale delle persone affette da DSA in un arco di vita che va dalla pre-adolescenza alla gioventù.

·        Considera interventi a tempo che fungono da allenamento alla vita e mirano all’empowerment dei soggetti presi in carico e delle loro famiglie, attraverso la sperimentazione di esperienze positive e la costruzioni di reti formali e informali che possano supportare tali soggetti nel corso della vita, tanto da migliorarne la qualità.

·        ha lo scopo di implementare buone prassi per una adeguato processo di transizione alla vita adulta delle persone affette da DSA.

Modalità operative

Il progetto si struttura nelle seguenti fasi:

  1. Valutazione ed Elaborazione del profilo funzionale del soggetto preso in carico
  2. Analisi delle risorse ambientali
  3. Stesura Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato
  4. Condivisione con la famiglia dello stesso: Contratto Terapeutico
  5. Attuazione del Progetto
  6. Verifica degli obiettivi a breve a medio e a lungo termine

Il progetto prevede obiettivi e modalità operative diverse sulla base dei livelli di funzionamento degli utenti coinvolti (basso, medio ed alto funzionamento).

Strumenti e Tecniche

Le tecniche e gli strumenti utilizzati per i training abilitativi si basano sulle terapie cognitivo –comportamentali, dove rinforzi, modelling  e video modelling aiutano gli operatori a promuovere modalità comportamentali adattive.

Il progetto prevede la suddivisione in due momenti: una fase di workshop interna, con modalità di dattica, e una fase di formazione sul campo nella quale attraverso training abilitativi gli utenti potranno sperimentare in vivo le abilità mostrate nella formazione in presenza.

Risorse

Le attività extramurarie sono espletate per mezzo di un pulmino in dotazione al Centro che accompagna gli utenti nella location prevista dall’apposito progetto.

Di seguito vengono illustrati alcuni progetti già sttivati. La documentazione fotografica è racchiusa all’interno di un “album fotografico allegato alla presente relazione.

 

AREA TEMPO LIBERO

 

1 SPORT     

 Il Progetto Youcan

 

Nella sfera del tempo libero una particolare valenza assume l’attività sportiva che racchiude in sé una serie di competenze sia sociali che di autonomia.

L’attività sportiva risulta essere una palestra non solo nel senso letterario del termine. Lo sport permette, infatti,  di esercitarsi nelle abilità sociali in un ambiente non medicale,  promuove il rispetto delle regole dettate da un ambiente pubblico e la sperimentazione in vivo di autonomie personali e sociali, come quelle espletate negli spogliatoio o al distributore di bevande.

Modalità operative

Il progetto Youcan ha visto l’inserimento di un gruppo di 5 utenti giovani e adolescenti con ASD in attività sportive individuali e/o di gruppo presso lo Sporting Club Flegreo. Tale Club sportivo, sito in Monteruscello, presenta gli ambienti idonei e il clima collaborativo necessario per ospitare i nostri utenti. Il gruppo di 5 ragazzi ha usufruito degli spogliatoi, del campo di basket e degli spazi ricreativi messi a disposizioni dalla struttura. Gli utenti sono stati accompagnati dal mezzo aziendale presso il campo di basket nell’orario previsto per l’allenamento

Finalità

L’obiettivo è quello di insegnare una attività sportiva di gruppo: il basket, attraverso lezioni impartite da un istruttore del club, coadiuvato dagli operatori del Centro. Successivamente si potrebbe pensare anche a progetti individualizzati di motricità, attraverso sport individuali.

Trasversalmente sono implementate le abilità relazionali e le autonomie personali.

 

2 CULTURA

Progetto  “Leggere come gli aquiloni”

Premessa

Crediamo che la libera capacità espressiva sia la medicina e la vitamina per tutti i ragazzi.

Creare per esprimere un pensiero … emozioni, creare un prodotto … creare per organizzare, per riordinare pensieri e concetti.

Il progetto è nato dal desiderio di offrire ai ragazzi un percorso di ricerca nel tentativo di stimolare la capacità di ascolto e suscitare in loro interesse per il libro.

I libri hanno da sempre le gambe lunghe: viaggiano attraverso le frontiere dello spazio e del tempo si colorano di immagini, di sfumature colori e di sapori.

Ascoltare e raccontare è un dialogo empatico; le favole ci aiutano sempre a decodificare la realtà e a dare un significato alle cose.

Per tale progetto abbiamo scelto la favola del Re Micio che narra la storia di un gatto che attraversa le tappe della sua vita scontrandosi con le emozioni principali, gioia, tristezza, paura, rabbia a alla fine … la ritrovata serenità.

Il progetto voleva  dare i presupposti e le condizioni affinché i partecipanti divenissero abili nell’esprimere con diversi materiali quello che sentono e vedono e raccontare quello che li circonda.

Non si avava la presunzione di avere obiettivi quantificabili con formule, ma si volevano creare situazioni che permettessero al ragazzo di divertirsi e sperimentare la gioia di lavorare insieme agli altri e le diverse modalità di relazionarsi con i coetanei.

Tale progetto è stato realizzato con la collaborazione della “Cartoleria LaNovecento  di  Pozzuoli,  situata nei pressi di villa Avellino che vanta una tradizione storica sul territorio. Numerose attività ed iniziative la rendono un centro culturale e di crescita molto innovativo e stimolante per il territorio. Numerose associazioni e professionisti vi collaborano ideando percorsi variegati.

L' Associazione socio artistico culturale Scecufé l'Arte di Sbocciare, nata dalla sinergia di diversi professionisti in ambito psico-educativo (psicologi, psicoterapeuti esperti di psicodramma ed educatori) e in ambito artistico ( esperti teatrali e di laboratori artistici, burattinai, cantastorie ed illustratori) opera da diversi anni in differenti settori istituzionali e privati dall'ambito scolastico a quello sociale. Lo sfondo integratore dei nostri progetti è l'Arte-terapia ovvero i linguaggi dell'arte intesi come strumento di crescita, comunicazione, relazione.

Tempi

Un incontro a settimana da Gennaio a Maggio della durata di circa 90 minuti  .

Strumenti materiali e sussidi

I materiali utilizzati sono stati sia non strutturati per permettere un loro impiego più libero e creativo, sia materiali strutturati, i libri, utili per il potenziamento delle capacità senso-percettive. Sono stati impiegati anche  sussidi audio-video e materiale di facile consumo.

Verifica e valutazione

Durante la realizzazione del progetto, mediante incontri cadenzati, e al suo termine, è stata compiuta una verifica per poter valutare i risultati raggiunti. 

Obiettivi:

Area comunicativa

Migliorare l’abilità richiestiva;

Promuovere l’attivazione spontanea con l’adulto e con il coetaneo;

Rispondere a domande ;

Arricchire il vocabolario

Capacità di riconoscere le emozioni

Capacità di esprimere le proprie emozioni

 

Area relazionale

Potenziare i correlati di intersoggettività secondaria (attenzione all’altro, collaborazione, turnazione, complementareità, sincronia;

Condivisione dello spazio e del materiale;

Rispetto delle regole sociali;

 

Area cognitiva:

·        Attenzione sostenuta al compito

·        Ascoltare storie e piccoli racconti

·        Comprendere storie e piccoli racconti

·        Riconoscere le espressioni delle emozioni nella mimica facciale

 

Area comportamentale:

·         Tollerare la frustrazione

·         Gestione delle attese

 

Area dell’autonomia sociale

·         Conoscenza della differenza tra biblioteca e libreria

·         Comprendere comportamenti adeguati in luoghi esterni

·         Comprare un libro

 

Modalità operative:

Il laboratorio si è articolato in due momenti:

Lettura e ascolto del libro con giochi di comprensione sfruttando la competitività dei ragazzi;

Costruzione creativa dei personaggi del libro con relativa messa in scena.

Ogni 15 giorni uscita sul territorio e si è andati in libreria a partecipare ad un laboratorio di lettura condotto da persone specializzate.

Si è iniziato in una situazione di circle time condotto da un operatore, un altro operatore era impegnato nell’osservazione di ciò che accade o nelle videoriprese per monitorare l’andamento del progetto

Attività svolte:

·         Conversazioni guidate

·         Lettura del racconto

·         Giochiamo ad esprimere con il viso le emozioni

·         Ricostruzione in sequenza di una storia

·         Attività grafico-pittoriche

·         Drammatizzazione

 

Obiettivi raggiunti

Migliorata l’abilità richiestiva;

migliorata l’attivazione spontanea con l’adulto e con il coetaneo;

Ampliata la capacità di rispondere a domande ;

Potenziati i correlati di intersoggettività secondaria (attenzione all’altro, collaborazione, turnazione, complementareità, sincronia;

Buona la condivisione dello spazio e del materiale;

Migliorato il rispetto delle regole sociali;

Aumentati i tempi di attenzione sostenuta al compito;

Migliorata la capacità di ascolto di storie e piccoli racconti;

Migliorata la capacità di comprendere storie e piccoli racconti;

Maggiore tolleranza della frustrazione e delle attese.                                                                                                     

   

Progetto  “ Costruiamo la libreria”

Obiettivo del Centro è quello di attivare gruppi di compatibilità che forniscano la “palestra” necessaria  a cercare soluzioni nell’ambiente di vita e sociale delle persone, in riferimento al modello biopsico – sociale e alla filosofia dell’ICF.

Il Centro è principalmente un polo di raccordo, di progettazione di attività sia interne che esterne in base ai programmi redatti, tenendo conto delle necessità e delle indicazioni che emergono dai singoli progetti individuali  attraverso valutazioni funzionali.

L’intervento mira a rispondere alla necessità di servizi di riferimento per affrontare le nuove sfide che emergono lungo il ciclo di vita.

Il gruppo Adolescenti a Medio Funzionamento si pone come obiettivo principale il lavoro sulle Competenze Sociali da poter spendere in contesti diversi della riabilitazione classica. E’ fondamentale, dunque, che il lavoro interno alla struttura sia considerato come un allenamento direttamente e prontamente collegato con la realtà esterna.

 

IL PROGETTO

1) Analisi del contesto

Rispondendo al mandato dell’integrazione/interazione con le agenzie educative e le associazioni del territorio, si è avviato un lavoro di rete per la ricerca di enti preposti ad attività sociali, funzionali alle caratteristiche dei nostri utenti.

Da tale ricerca è emersa la possibilità di partecipare  al ripristino di uno dei locali dismessi della libreria Novecento al fine di riorganizzarlo per attivare nuovi spazi da destinare al tempo libero

 2) Destinatari / Beneficiari

I destinatari del progetto sono 8 utenti individuati all’interno del gruppo di Adolescenti a medio  Funzionamento.

3) Descrizione dell’iniziativa progettuale

             Dopo un’ accurata valutazione funzionale (attraverso il test standardizzato TTAP) delle competenze del gruppo Adolescenti ad Alto Funzionamento, è stato possibile elaborare obiettivi individuali relativi alle abilità e alle attitudini di ogni singolo utente

I 8 utenti inseriti nel progetto hanno mostrato delle emergenze in alcune delle abilità indagate e piacere nell’espletare attività lavorative che prevedono oltre ad un impegno

mentale anche quello fisico. Pertanto, dopo un periodo di preparazione interna, finalizzato al  potenziamento delle abilità emergenti,  è stato possibile personalizzare il ruolo lavorativo da sperimentare in vivo.

 

4) Le fasi del progetto

I°Fase

Obiettivi

ü  Individuare strumenti che servono per la pulizia del locale

ü  Saper identificare le zone che hanno bisogno di essere pulite.

ü  Raccolta differenziata: saper separare due tipi differenti di materiali.

ü  Riconoscere i materiali che non possono essere riciclati.

ü  Ricerca su internet

 

II°Fase

Riorganizzazione del materiale da utilizzare per la nuova libreria.

Una volta ripulito il locale, i ragazzi dovranno suddividere in scatoloni stilando un elenco di materiali presenti in loco ( libri,gadget, quadernoni…)

Obiettivi

·         Fare un inventario

1.      Identifica i prodotti

2.      Conta

3.      Riporre gli oggetti in scatoloni e in un magazzino o in una grande struttura

4.      Etichetta gli scatoloni

5.      Alzare e spostare i pesi

6.      Suddividere i materiali da identificare all’interno della libreria da quelli che verranno utilizzati in una bancarella dell’usato

7.      Registra su un foglio in modo appropriato

 

III° Fase

Personalizzare il locale dipingendolo e addobbandolo secondo il proprio gusto.

In questa fase i ragazzi sono chiamati a scegliere e a discutere sulla modalità di decoro del locale (come dipingere, quali colori usare, che pennelli usare e quali stencil scegliere)

Obiettivi

·         Stimolare la creatività

·         Identificare strumenti adatti per la tinteggiatura

·         Identificare i decori idonei alle pareti

·         Potenziare la motricità fine

 

Strumenti e tecniche

Le tecniche e gli strumenti utilizzati per i training abilitativi si basano sulle terapie cognitivo-comportamentali, dove rinforzi, modeling e video modeling aiutano gli operatori a promuovere modalità comportamentali adattive. Checklist individualizzati dei comportamenti disadattavi-sociali emergenze di nuove abilità sociali.

 

5) Risultati attesi

Generalizzare le abilità acquisite  durante le sessioni di apprendimento svolte all’interno del Centro.

Favorire le relazioni sociali non solo con i pari, con i quali si lavora in squadra, ma anche con il pubblico con il quale si è costretti ad interfacciarsi.

Promuovere l’integrazione con le associazioni e le agenzie educative del territorio. 

3 ATTIVITA’ SOCIO RICREATIVE

 

Progetto “oltre”

Premessa

Gli utenti del Semiresidenziale ad alto e medio funzionamento sono un gruppo di  adolescenti con un discreto livello di funzionamento che ha permesso loro di acquisire, nel corso di circa due anni di trattamento, un cluster di abilita sociali e strumentali tale da ampliare le loro performance nelle attività di vita quotidiana.

Il progetto prevede una programmazione di uscite sul territorio sono finalizzate alla generalizzazione e all’ampliamento delle abilità che gli utenti del servizio Semiresidenziale acquisiscono durante le ore di terapia. Trattasi di abilità principalmente strumentali, che favoriscono l’autonomia personale e sociale, nonché abilità relazionali che sono alla base dei comportamenti adattivi. Le stesse risultano molto motivanti per gli utenti e rappresentano un rinforzo per l’autostima.

Obiettivi

Attività socio-ricreative

Þ    Condividere esperienze positive

Þ    Impegnare il tempo libero in attività funzionali

Organizzare gite ed uscite amicali sul territorio almeno una volta al mese

 

Partecipanti n° 15 pazienti

I luoghi  per le uscite sono:

Centro commerciale/Supermercato/Cinema/boolwing/Pizzeria-paninoteca

Le Attività previste sono:

ACQUISTO INDUMENTI

L’attività si pone l’obiettivo di:

 

 

FARE LA SPESA

 

 

 

 

Operatività

 

 

ANDARE AL CINEMA

 

 

Obiettivi conseguiti

 

 

BOWLING

 

 

Operatività

 

Obiettivi conseguiti

 

 

CONDIVIDERE UN PASTO

L’attività consiste nel mangiare una pizza o un panino insieme al fine di:

·      promuovere il piacere della convivialità

·      migliorare la capacità di fare una ordinazione

·      favorire comportamenti adeguati in ambienti non protetti.

 

Gli utenti sono stati muniti di un budget stabilito in base alle attività proposte e di un portafoglio con carta di identità o fotocopia della stessa.

 

 PISCINA

 

·        Fare il biglietto d’ingresso

·        Uso degli spogliatoi

·        Socializzazione con gli altri utenti

·        Fare la doccia

·        Rivestirsi

 

 

Progetto passeggiata

Al fine di sviluppare uno stile di vita salutare e la scoperta dell’ambiente naturale, si è data al gruppo di adolescenti a Basso Funzionamento la possibilità di fare delle “passeggiate” alla scoperta del territorio.

La passeggiata vuole essere un percorso fatto con i ragazzi accompagnati dagli operatori di riferimento non solo come momento di scoperta dell’ambiente naturale, ma soprattutto come momento di partecipazione e socializzazione, dunque, verrà dato largo spazio all’aspetto emotivo e al coinvolgimento personale e di gruppo.

 

Uscite Extra

Al fine di favorire l’integrazione con il territorio e l’inclusione sociale, in prossimità delle festività, sono previste uscite extra finalizzate alla partecipazione ad attività di piazza (mercatini di natale) e alla conoscenza del territorio (attraverso visita di siti archeologici o folcloristici).

 

 

 

Progetto Laboratorio Ortocoltura - Giardinaggio

 

Premessa e motivazione:

Per rispondere in modo più ampio e specifico alle esigenze dei ragazzi che stanno diventando “adulti con il loro autismo”, appare sempre più chiara la necessità di pensare e di strutturare interventi che abbiano in considerazione una “visione ecologica” nell’ottica della conquista di nuove autonomie sociali per migliorare la qualità di vita del futuro giovane-adulto con autismo.

L’attività prevista si identificherebbe come un “facilitatore ambientale” in quei soggetti dove già a gravare è il deficit cognitivo di tipo medio - grave alla luce di una rivalutazione di un piano di trattamento e terapeutico che si trova  in uno stato di stallo come a dire:“non c’è più nulla da fare”, secondo i canoni di intervento di trattamento riabilitativo classico.

Per questi soggetti occorre pensare a dimensioni, strategie di intervento, modelli bio-psico sociali ed educativi, accoglienza e coinvolgimento delle famiglie, formazione e curricola del personale, strumenti di assestment e verifica, filosofie di intervento tutti rivolti alla creazione di nuovi percorsi di presa in carico del ragazzo- giovane autistico medio-grave e non solo.  In tale contesto sarebbe auspicabile adottare modelli di role-playng anche nell’ottica di integrazione socio-lavorativa di alcuni soggetti.

Queste considerazioni  hanno attivato la possibilità di sperimentare, anche da noi, quello che viene chiamato modello delle “Farm Communities”, in cui grande importanza viene data alla motivazione, al coinvolgimento nelle attività di vita quotidiana più significative, alla facilitazione dell’interazione sociale e relazionale di gruppo e dell’iniziativa. Pertanto questo modello bio-psico-sociale  non si riduce al  semplice bilancio meccanico delle “abilità” ma tiene conto della visione del principio ecologico di rete sociale del paziente affetto da autismo  e dall’importanza di un parametro ancora non quantificato scientificamente  che è appunto il miglioramento della qualità di vita del paziente stesso sul piano socio-relazionale, se posto in un contesto aperto e di attività di rete.

Questi modelli  di “rete sociale di intervento”   potrebbero   essere la partenza e la strategia, come si osserva già  in tanti centri nazionali, per portare alla luce  nuove potenzialità e abilità a partire dalle esperienze  di gruppo in  spazi  più naturali.

Il modello di intervento bio-psico-sociale  non deve e non può essere confinato in un semplice nome, secondo vecchi modelli non più validi e non più attuabili per i pazienti giovani- adulti affetti da autismo, quale “terapia occupazionale”;  ma esso si specializza e si caratterizza nell’ottica di  un intervento di rete vero e proprio,  dove le singole attività create ed attivate in laboratori esterni ed interni- sono soltanto lo spazio ma non lo strumento di lavoro. Pensare ad esempio che la musica non è “musicoterapia” ma suonare insieme, allevare animali non è “pettherapy” ma è lavorare in stalla, tenere cura di..., il giardinaggio non è “ortoterapia” ma avvicinarsi ai prodotti della terra in allegria e in compagnia, provare a preparare es. conserve di frutta e proporle come intervento multidisciplinare e creativo  con la realizzazione di una agricoltura biologica che consenta una sensibilizzazione all’ecologia attraverso l’utilizzo di una tecnica di coltura in cui la cura dell’orto e la coltivazione delle piante e dei fiori avviene attraverso metodi tradizionali senza pesticidie fitofarmaci.

E’ importante per tale scopo e finalità che  la presa in carico da parte dell’equipe tecnica di riferimento,  insieme ai volontari,  sia  caratterizzata da un modello di buona prassi di  collaborazione partecipativa e di entusiasmo.

Gli “esperti” devono funzionare pertanto anch’essi da “facilitatori ambientali”  delle residue abilità sia nell’area della comunicazione che dell’apprendimento e per questo imprimere un importante processo di riscoperta nell’area della socialità, lavorando fianco a fianco con gli ospiti senza sostituirsi ma  “lavorare insieme”; soltanto così possono essere scoperte e investigate (modello di ricerca osservazionale a lungo termine) le diverse abilità creative e sociali che si caratterizzano come un abito  unico, singolare e specifico di ogni giovane adulto autistico.

 

La progettazione degli interventi e delle attività  individualizzate  tiene conto dei bisogni, delle “abilità” e delle “disabilità” di ciascuno.

 

Il contatto diretto con la terra, si è ritenuta un’esperienza significativa ed utile al recupero ed al mantenimento di abilità sia manuali che sociali.

Con questo progetto si è voluto offrire la possibilità di potenziare le capacità residue e migliorare i livelli di autostima.

Lavorare un giardino o un orto diventa un’occasione per favorire l’autonomia e migliorare la qualità di vita.

Il progetto si è svolto con il coinvolgimento di ragazzi divisi in gruppi secondo il grado di competenze, che hanno iniziato dalle mansioni più semplici (innaffiatura, rinvaso, trapianto, riordino del materiale e uso degli strumenti meno pericolosi). In seguito sono previste  attività più complesse e delicate quali la potatura e l’innesto.

 

 

OBIETTIVI GENERALI:

Acquisire fiducia nelle proprie capacità;

Mantenere un’immagine positiva di sé;

Avere rispetto e conoscenza dell’ambiente;

Condividere esperienze significative con i compagni e l’ambiente esterno.

OBIETTIVI SPECIFICI:

Comprendere le fasi per la progettazione di uno spazio verde;

Usare strumenti di lavoro specifici

 

MATERIALI:

Rastrello, zappa, zappetta, carriola, tridente, badile, innaffiatore, forbici per potatura, tubi e irrigatori, materiali per il rinvaso, terricci, concimi, abbigliamento adatto (tuta, stivali di gomma, mascherina protettiva, guanti e berretto)

 

 

PREREQUISITI BASE:

 

 

AREA MOTORIA>PRASSICA

Coordinazione visuo-motoria e fine-motoria (pinzare, strappare, versare dell’acqua);

Motricità- grossa :

restare in piedi senza sorreggersi

restare in equilibrio

 

AREA COMUNICAZIONE:

Comprendere istruzioni verbali e gestuali,

Chiedere aiuto;

 

AREA SOCIALE:

Partecipare ad attività di gruppo e rispettare le regole;

 

AREA AUTONOMIA:

Autonomia Personale: sapere gestire i propri bisogni fisiologici

Portare a termine un istruzione

 

AREA COMPORTAMENTO:

Gestire le proprie emozioni o comportamenti disadattivi.

 

 

 

PREREQUISITI SECONDARI:

 

 

AREA COGNITIVA:

associare, differenziare, seriare, classificare, quantificare

riconosce le forme e le dimensioni (più basso, più alto, più grande, più piccolo);

 

AREA PERCEZIONE SENSORIALE:

Riconoscere odori e profumi, distinguere rumori e suoni.

individuare liscio e ruvido, riconoscere i sapori.

 

 

 

 

VALUTAZIONE

 

La valutazione mira a rendere chiaro e interattivo il processo formativo, rispetto agli obiettivi e ai reali bisogni di tutti i soggetti coinvolti.

Sono state effettuate osservazioni/video sistematiche per valutare l’interesse e la partecipazione dei ragazzi alle attività e quindi valutati i progressi negli apprendimenti e nelle abilità PRASSICO MOTORIE, COGNITIVE, LINGUISTICO ESPRESSIVE E DELL’AUTONOMIA.

In corso d’opera inoltre sono state valutate la capacità di collaborare, l’acquisizione di conoscenze specifiche ed il loro trasferimento a livello trasversale, l’utilizzo consapevole e rispettoso delle attrezzature, dei materiali e dello spazio.

Le osservazioni sono state effettuate prevalentemente durante le attività o al termine di ogni sequenza di lavoro, per avere la memoria del lavoro da passare agli altri gruppi.

 

 

4  ATTIVITA’ SOCIALMENTE UTILI

 

Progetto “scatola aperta”

Progetto di inclusione sociale per persone affette da DSA

attraverso la Distribuzione del Sostegno Alimentare

La distribuzione del pacco alimentare è una attività di volontariato di cui si occupa l’Associazione ACVL, che consiste nella distribuzione di un sostegno alimentare alla fasce meno abbienti residenti in provincia di Napoli.

L’attività prevede più tipologie di lavoro: quello esclusivamente manuale per la consegna dello scatolo contenente alimenti; quello della divisione dei pacchi rispetto al contenuto, un lavoro di segreteria al PC per rispettare l’elenco di nominativi registrati in un database, e un lavoro di riassortimento degli alimenti. Trasversalmente l’attività favorisce le relazioni sociali non solo con i pari, con i quali si lavora in squadra, ma anche con il pubblico con il quale è necessario interfacciarsi.

Grazie ad un lavoro di rete è stato possibile inserire alcuni dei nostri utenti nell’attività sopra elencata, rispondendo al mandato dell’integrazione/interazione con le agenzie educative e le associazioni del territorio, di cui si fa portavoce il nostro Servizio.

Dopo una accurata valutazione delle competenze degli utenti afferenti al nostro servizio è stato possibile stilare un profilo di funzionamento personalizzato al fine di identificare gli utenti più idonei, per abilità e preferenze, al lavoro della distribuzione del pacco alimentare.

 

Obiettivi generali:

·        Promuovere  l’inserimento in attività funzionali sul territorio

·        Favorire le interazioni sociali

·        Potenziare la capacità di gestire i tempi di lavoro  e le eventuali frustrazioni

·        Migliorare i comportamenti adattivi in contesti non medicali

Abilità

Obiettivi specifici

Attività

Catalogare, imballare etichettare in piccole imprese locali

Þ    Acquisire la capacità di lavorare ad una catena di montaggio  portando a termine uno specifico compito

Þ    Sensibilizzare al disagio sociale

Þ    Promuovere attività socialmente utili

Þ    Aumentare l’autostima

Recarsi una volta al mese  presso l‘Associazione ACVL, per svolgere una mansione individuata

 

Progetto “ Aiutiamoci aiutando”

Progetto di inclusione sociale per persone affette da ASD

attraverso la partecipazione alla “mensa dei poveri” di San Gennaro

 

Premessa

La “mensa dei poveri” è una attività di volontariato istituita al fine di accogliere presso la Parrocchia di San Gennaro, persone che vivono in condizioni di disagio e di offrire un pasto caldo e sostegno grazie allo sforzo di volontari e di chi, anche con un semplice gesto rende concreta la possibilità di garantire un momento di serenità a chi ha perso il lavoro, ai migranti, agli anziani e alle famiglie con bambini da sfamare.

Modalità operative

Dopo una accurata valutazione delle competenze degli utenti afferenti al nostro servizio è stato possibile stilare un profilo di funzionamento personalizzato al fine di identificare gli utenti più idonei, per abilità e preferenze, alla partecipazione alla “mensa dei poveri” di San Gennaro.

Il Progetto ha visto l’inserimento di un gruppo di 6 utenti afferenti al Centro Aziendale per i disturbi dello Spettro Autistico ad Alto funzionamento.

A gruppi di 2-3 gli utenti sono stati affiancati da un tutor, operatore del centro che ha monitorato l’andamento dell’esperienza presso la Sala mensa e proceduto alla rielaborazione, in struttura, dell’operato.

 

L’attività svolta va dalla preparazione dei pasti all’allestimento della sala e il servizio ai tavoli.

Trasversalmente l’attività favorisce le relazioni sociali non solo con i pari, con i quali si lavora in squadra, ma anche con il pubblico con il quale è necessario interfacciarsi.

Obiettivi generali:

·        Promuovere  l’inserimento in attività funzionali sul territorio

·        Favorire le interazioni sociali

·        Potenziare la capacità di gestire i tempi di lavoro  e le eventuali frustrazioni

·        Migliorare i comportamenti adattivi in contesti non medicali

 

Obiettivi specifici:

 

 

 

Strumenti e tecniche

Le tecniche e gli strumenti utilizzati per i training abilitativi si basano sulle terapie cognitivo –comportamentali, dove rinforzi, modeling  e video modeling aiutano gli operatori a promuovere modalità comportamentali adattive. Cheklist individualizzate dei comportamenti disadattavi – sociali e di nuove abilità sociali emergenti.

Risultati attesi

Generalizzazione delle abilità acquisite durante le sessioni di apprendimento svolte all’interno del Centro. Favorire le relazioni sociali non solo con i pari, con i quali si lavora in squadra, ma anche con il pubblico con il quale si è costretti ad interfacciarsi. Promuovere l’integrazione con le associazioni e le agenzie educative del territorio. 

 

AREA AUTONOMIE

 

LABORATORIO DELLE AUTONOMIE SOCIALI

 

Uscite in autonomia

PROGETTO “OUT OF ROOMS” (Fuori dalle stanze)

Educare all'autonomia

 

PRESENTAZIONE

Nella crescita verso l'autonomia, un bambino con autismo incontra due tipi di ostacoli: da una parte le difficoltà legate al suo deficit, dall'altra gli atteggiamenti di paura e le ambivalenze dell'ambiente che interferiscono con il suo grado di autonomia potenziale, raggiungibile pur nella situazione di svantaggio. Spesso i genitori, ma anche la gente in genere che il bambino con disabilità incontra, talvolta gli stessi operatori e insegnanti, sviluppano nei suoi confronti un atteggiamento assistenziale e protettivo che ne limita l'acquisizione di indipendenza.

Sembra quasi che si voglia compensare il deficit e per questo motivo il bambino venga complessivamente ritenuto incapace e quindi bisognoso di assistenza e di qualcuno che operi al posto suo in ogni occasione.
Una buona autonomia personale è prerequisito fondamentale per l'inserimento sociale e lavorativo di giovani e adulti con sindrome autistica.
Molte conquiste però, soprattutto nell'ambito dell'autonomia esterna sono difficilmente raggiungibili in ambito familiare soprattutto quando tale problema viene posto in adolescenza, momento in cui i ragazzi con disabilità, cosi come gli altri adolescenti, iniziano a manifestare desiderio di distacco dei genitori e mal sopportano le loro richieste. Al tempo stesso anche per i genitori riconoscere e accettare che i loro figli stiano diventando grandi è spesso difficile e tale processo va in qualche modo sostenuto. Il tema dell'educazione all'autonomia assume allora un particolare risalto nell'età adolescenziale. Ma autonomia non vuol dire solo acquisire alcune competenze, ma riconoscersi grandi e sentirsi tali. L'obiettivo è quello di uscire dalla emarginazione della gravità e di conoscere il mondo degli altri in modo diretto e non filtrato dalle strutture. Emerge oggi un grande bisogno espresso dai pazienti e dai loro familiari, sintetizzato dalla richiesta di maggiore integrazione sociale intesa come partecipazione attiva ai percorsi educativi, al tempo libero, ai progetti di lavoro protetto per realizzare un percorso di vita in cui il soggetto e la famiglia siano al centro dell' interesse sociale.
Si è ritenuto importante proporre attività orientate all'autonomia sociale, all'apprendimento con utilizzo dell' ambiente, facendo simulate esperienze di vita normale nel territorio, come le uscite al Distributore Automatico, al Bar, al supermercato e in vari locali pubblici .

Il progetto “ Uscite in Autonomie” è strutturato in diverse fasi, ognuna delle quali è organizzata in funzione del raggiungimento di un obiettivo specifico.

 

Prima fase: “drammatizzazione delle situazioni “tipo” all’interno della struttura”. Riprodurre in maniera realistica ciò che i ragazzi si troveranno ad affrontare, e farlo in un luogo per loro familiare è il primo passo per l’apprendimento attraverso l’esperienza. 

Seconda fase: “Uscita”. Questa fase è rappresentata dall’esperienza reale di uscita nel luogo prescelto. L’esperienza viene filmata, in modo che al rientro i ragazzi e gli operatori possano rivedere ciò che è accaduto ed osservare le modalità messe in atto. Ciò consente agli operatori di valutare una eventuale ristrutturazione delle attività.

Queste fasi sono strutturate in base al livello di competenza ed autonomia degli utenti. Di seguito è riportata una tabella riassuntiva di identificazione dei gruppi di lavoro che si è scelto di suddividere in due gruppi.

 

GRUPPI

DURATA

ATTIVITA’

OBIETTIVI

1^ Gruppo :

Fanno parte di questo gruppo utenti ad alto e medio funzionamento, che hanno acquisito livelli di autonomia domestica e personale 

La durata prevista per il laboratorio all’interno della struttura è di circa 20 minuti; la durata dell’uscita invece è di due ore

Per questo gruppo di utenti sono previste entrambe le fasi riportate in precedenza. (interna ed esterna)

Educare all’autonomia sociale e personale. Educare all’orientamento sociale in funzione del luogo con comportamenti adeguati allo stesso luogo di riferimento.

2^ Gruppo :

 Fanno parte di questo gruppo utenti a basso funzionamento e con bassi livelli di autonomia

La durata del laboratorio all’interno della struttura è di 20 minuti; qualora si organizza l’uscita, questa è di 2 ore

Considerando i livelli di competenza ed autonomia per questo gruppo di utenti ci si sofferma maggiormente sulla prima fase descritta con l’obiettivo di permettere a ciascuno di acquisire prima un alto livello di familiarità di comportamento. Successivamente è valutata insieme ai genitori la possibilità di attuazione della seconda fase.

Educare all’autonomia e all’orientamento dei comportamenti in funzione dei luoghi in situazione di drammatizzazione. L’obiettivo specifico è quello di riuscire a “stare in un luogo”.

 

Obiettivi generali:
Il progetto "percorsi di autonomia" ha avuto l'obiettivo di creare per il primo  gruppo max num. 5-6 ragazzini/e con autismo affiancato da tre operatori, per il secondo gruppo max num. 3 affiancato da tre operatori, che si incontra una volta la settimana (per circa 2 ore) per uscire in un posto pubblico con l'intento di "Educare all'autonomia sociale e personale".

Gli obiettivi di tale percorso si possono racchiudere in 5 punti:

Si lavora seguendo dei percorsi e strategie personalizzate strutturate dallo staff che lavora con criteri di progettazione educativa.

Obiettivi specifici:
Il percorso è strutturato in maniera tale da trasferire ai ragazzi le abilità  necessarie per:

Gli Obiettivi Specifici riguardano:

Le famiglie coinvolte vengono associate alla collaborazione con gli operatori per l'attuazione del Progetto stesso.

Strumenti e Tecniche

Le tecniche e gli strumenti utilizzati per i training abilitativi si basano sulle terapie cognitivo –comportamentali, dove rinforzi, modelling  e video modelling aiutano gli operatori a promuovere modalità comportamentali adattive.

Risorse

Computer e stampante  per supporti visivi

 

Le attività extramurarie sono espletate per mezzo di un pulmino in dotazione al Centro che accompagna gli utenti nella location prevista dall’apposito progetto.

IL progetto inoltre ha lo scopo di implementare buone prassi per un adeguato processo di transizione alla vita adulta delle persone affette da DSA. Prevede interventi a tempo che fungono da allenamento alla vita e mirano all’empowerment dei soggetti presi in carico e delle loro famiglie, attraverso la sperimentazione di esperienze positive e la costruzioni di reti formali e informali che possano supportare tali soggetti nel corso della vita, tanto da migliorarne la qualità.

Risultati :
- Stimolare le abilità;
- Favorire lo sviluppo dell'autonomia;
- Favorire lo sviluppo dell'autostima;
- Strutturare semplici uscite.

 

AVVIAMENTO AL LAVORO

 

Progetto di formazione professionale propedeutica all’inserimento lavorativo

 

 

Premessa

 

L’inserimento lavorativo di persone con autismo è un processo pionieristico in quanto non esistono protocolli standardizzati secondo E.B.M., che richiede al contempo una svolta culturale, sociale, legislativa, ma anche un totale rinnovamento di CONTESTI – MODELLI – STRUMENTI.

L’inserimento lavorativo dell’adulto con autismo, infatti, è un processo faticoso che va costruito in modo tale da essere flessibile e compatibile con i bisogni del singolo ragazzo/a con autismo.

Non è un processo immediato, ma richiede tempo, impegno sia della Scuola, che già deve essere in grado di programmare la transizione verso il lavoro, sia dei Centri di Riabilitazione che devono aspirare a condurre all’esterno, nei contesti sociali reali, il giovane con autismo, per dargli un futuro di inserimento sociale, utilizzando nuove competenze e risorse assistenziali. Questo è un processo che impone anche la collaborazione con le famiglie, co-protagonisti nello sviluppo delle autonomie dei ragazzi con autismo.

Il progetto di inserimento lavorativo e di conseguenza di inclusione sociale, deve tener conto che le persone con autismo presentano spesso capacità, talora eccezionali, nella memorizzazione, sistematizzazione e attenzione visiva ai dettagli, che consentONO lo sviluppo di competenze e conoscenze in specifici settori. Queste abilità possono costituire il punto di partenza per la creazione di un percorso lavorativo e per il raggiungimento anche di una reale integrazione e inclusione sociale e lavorativa. Al contempo è necessario che gli sforzi di inclusione sociale abbandonino la direzione della “normalizzazione” della persona con ASD, che si è rilevata spesso fallimentare, favorendo la maturazione e la crescita dell’individuo attraverso percorsi qualificati e specifici di sviluppo delle competenze che realmente consentano, alle persone con autismo, di raggiungere un grado di autonomia personale, sociale e lavorativa, adeguato alle potenzialità di ognuno.

 

MOTIVAZIONE

 

Il lavoro è per tutti uno strumento fondamentale di emancipazione e crescita.

Lo è a maggior ragione per i soggetti disabili. Essere occupati dà modo di integrarsi nella

società, di trasformare e di sviluppare la propria individualità.

Trascorso un anno dalla prima esperienza di stage lavorativo ed avendo avuto dei buoni risultati quantificabili con le competenze acquisite dai ragazzi, e dall’entusiasmo,  dalla motivazione e gratificazione che hanno manifestato,  IL Centro ha deciso di offrire a più ragazzi di sperimentarsi in un ambiente lavorativo.

Abbiamo, quindi, cominciato una ricerca sul territorio di strutture che davano la disponibilità ad accogliere operatori e ragazzi e a mettere a disposizione il personale che seguisse ed insegnasse ai ragazzi le attività da svolgere.

 

 

 

Il Progetto

 

In quest’ottica nasce la collaborazione tra il nostro Centro Aziendale per i Disturbi dello Spettro Autistico asl  Napoli 2 nord e gli enti territoriali come il Multicenter School che vanta 20 anni di attività nel settore della formazione.

La Scuola Professionale Multicenter School, ha offerto la possibilità ai nostri ragazzi di frequentare corsi professionali specifici e, volendo, certificati dalla Regione Campania, come:

 

 

Dal prossimo anno anche:

 

 

Ispirandosi alla filosofia di B.Munari: “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, l’approccio della Scuola si avvicina molto alle modalità di apprendimento dei nostri utenti, prevedendo l’integrazione dello studio con l’apprendimento di un mestiere, a partire dalla sperimentazione.

 

Il progetto ha visto la partecipazione di n° 7 pazienti al corso di pizzaiolo e n° 2 pazienti al corso di estetista-truccatore.

 

A gruppi di 2-3 gli utenti sono stati affiancati da un tutor, operatore del centro, che ha monitorato l’andamento dell’esperienza presso la Scuola e la rielaborazione, in struttura, dell’operato di ogni singolo paziente.

Obiettivi

Il progetto si prefiggeva di:

1.   Acquisire nuove abilità funzionali ad un possibile mestiere

2.   Promuovere il miglioramento delle social skills nel N.E.T.

3.   Favorire il potenziamento dell’autostima (esperienze di EMPOWERMENT)

4.   Sviluppare abilità adattive

5.   Promuovere l’inclusione sociale

 

Strumenti e Tecniche

 

Lo strumento individuato per elaborare un profilo funzionale dell’utente da inserire nel progetto di inclusione sociale e avviamento al lavoro, è il TTAP (valutazione delle abilità significative per il raggiungimento dell’autonomia), da utilizzare non solo ex ante ma anche in itinere ed ex post, secondo le seguenti fasi:

 

 

Le tecniche e gli strumenti utilizzati per i training abilitativi si basano sulle terapie cognitivo –comportamentali, dove rinforzi, modelling  e video modelling aiutano gli operatori a promuovere modalità comportamentali adattive.

 

 

Laboratorio di cucina

Fase propedeutica importante al corso di pizzaiolo, anche per la individualizzazione dei soggetti da inserire  nel progetto di formazione professionale, è stata il laboratorio di cucina.

Il laboratorio di cucina ha la finalità di raggiungere l’acquisizione di autonomie sul piano funzionale in un contesto stimolante e gratificante, attraverso la socializzazione e la collaborazione, il rispetto degli altri e delle loro identità, il saper stare insieme, il condividere spazi e materiali.

In particolare, si ritiene che la riflessione sul proprio vissuto conduca l'alunno a dotarsi di elementi di decodificazione e ricostruzione del reale, necessari ad un vivere quotidiano contestualizzato.
Nel “fare”, si potranno conoscere oggetti nuovi, acquisire vocaboli riguardanti le azioni che saranno svolte (es. montare, mescolare, sbattere); apprendere le procedure necessarie per realizzare la preparazione di cibi e, aspetto più rilevante, interiorizzare quegli apprendimenti di tipo logico-matematico utili al raggiungimento di abilità funzionali (quantità, misura, peso, tempo, consequenzialità delle operazioni, ricostruzione grafica delle procedure, uso del denaro).
Inoltre, nel laboratorio gli alunni imparano a relazionarsi e a convivere con i loro pari e gli adulti in modo adeguato, utilizzando nella comunicazione le capacità acquisite.

Gli obiettivi dell'attività sono graduati per poter costruire per ciascun alunno, in base alle singole potenzialità e necessità, percorsi educativi individualizzati.

Obiettivi cognitivi

 

Contenuti

 

 

 

 

Obiettivi formativi

 

- Conoscere il laboratorio di cucina e le sue regole
- Conoscere e utilizzare gli strumenti in modo adeguato
- Acquisire autonomia operativa nell’esecuzione delle ricette
- Riconoscere gli ingredienti per la preparazione delle pietanze
- Svolgere le attività in successione secondo la ricetta da eseguire
- Individuare il prezzo di alcuni prodotti
- Cooperare in gruppo e discutere, confrontarsi sull’attività svolta e sulla pietanza realizzata
- Eseguire le principali prassi igienico-alimentari
- Sviluppare l’abilità di discriminare gli ingredienti attraverso la capacità olfattiva, gustativa, uditiva e tattile
- Saper pulire gli ambienti e gli utensili utilizzati
- Utilizzare il sistema metrico decimale.


Risultati attesi

- La partecipazione, l’interesse e il coinvolgimento
- L’acquisizione graduale di alcune abilità di base
- L’impegno e la capacità di lavorare in gruppo
- Lo sviluppo di capacità di autocontrollo e di comunicazione interpersonale

Strategie e strumenti

Il laboratorio si svolge favorendo l’applicazione delle capacità cognitive alle attività pratiche. Attraverso l’esecuzione di ricette gli alunni sviluppano gradualmente le proprie autonomie, avvalendosi anche delle dinamiche di gruppo. Il laboratorio è strutturato e calibrato sulle capacità effettive dei partecipanti.

Verifica

La verifica si basa sull’osservazione degli alunni durante le attività proposte, rilevando i tempi di attenzione e di partecipazione secondo il proprio ritmo di apprendimento, con particolare attenzione al raggiungimento dell’autonomia relazionale e comportamentale degli allievi, al fine di renderli capaci di realizzare un maggior numero di cose senza l’aiuto dell’adulto.

 

Per il prossimo anno ci piacerebbe anche organizzare un

 

Progetto giornate di formazione e scambio dedicate alla scuola

 

La maggior parte dei nostri assistiti è in età scolare per cui la presa in carico comporta anche incontri periodici con le/gli insegnanti.

Il Centro Aziendale per i Disturbi dello Spettro Autistico propone agli insegnanti del territorio 3 incontri che, intorno a delle tematiche individuate si propongono di fornire stimoli e promuovere dibattiti, cercare nuove prospettive e favorire scambio di esperienze.

Noi non ci proponiamo come organo di formazione (anche perché ufficialmente non siamo autorizzati a farlo),  ma  in qualità di operatori del settore, ed essendo direttamente coinvolti per un certo numero di ragazzi, ci offriamo  per condividere le nostre esperienze professionali in materia.

Il  calendario degli incontri verrà concordato con i Dirigenti Scolastici.

Argomenti del programma:

·        DSA  (Disturbi Specifici di Apprendimento)

·        I primi segnali – Individuazione – Diagnosi Clinica - Certificazione

·        Diagnosi Funzionale – L’Unità Multidisciplinare I.C.F. – ICD 10

·        Profilo Dinamico Funzionale P.D.F.

·        Proposte di trattamento, Piano Educativo Individuale P.E.I.

 

·        DPS  (Disturbi Pervasivi Dello Sviluppo)

·        Autismo e Sindrome di Asperger

·        Diagnosi – Valutazione – Trattamento

·        La didattica inclusiva. Un modello di PEI per l’Autismo

 

·        Supporto alla famiglia

·        La rete   Struttura   Famiglia     Scuola

·        Educare l’autonomia: la priorità della motivazione nell’insegnamento ( tematiche della comunicazione, creare realmente la possibilità di espressione dei bambini e dei ragazzi attraverso anche tecnologie di CAA e l’ampliamento delle attività.

·        Legislazione

 

 

Le basi poste in essere, rispetto all’intervento in regime semiresidenziale e ambulatoriale di utenti in età evolutiva, adolescenti e giovani adulti, rendono indispensabile la continuazione delle attività del Centro.

Punti chiave dell’intervento sono:

Area clinica

 -Arricchimento del lavoro riabilitativo per gli utenti in carico nella direzione del potenziamento delle funzioni adattive e delle capacità di autonomia, con l’obiettivo di rendere le persone maggiormente integrate nel loro contesto di vita (e non soltanto in contesti protetti), in relazione alle loro capacità cognitive, comunicative e sociali;

-integrazione nel percorso di trattamento degli utenti in lista d’attesa;

-approfondimenti diagnostici e funzionali per utenti in trattamento presso altre strutture .

 

Area della ricerca

 -Monitoraggio e verifica dei risultati per tutti gli utenti in carico (raggiungimento degli obiettivi dell’intervento);

-Monitoraggio e verifica del livello di soddisfazione delle famiglie;

-Sviluppo di modelli di inserimento lavorativo per gli utenti high functioning

(vedi anche Carta dei Servizi).

 

Area della sensibilizzazione del territorio

-Promozione di attività esperienziali nelle scuole del territorio, rivolte agli studenti, agli insegnanti e ai genitori, che prevedano la partecipazione diretta degli operatori e degli utenti del Centro, volte a ridurre l’alone di mistero, misto a diffidenza e paura, che circonda le persone con Autismo.

Questo tipo di azione, più che la formazione teorica, crediamo sia in grado di muovere l’interesse e le emozioni delle persone, attivando circoli virtuosi di successiva maggiore conoscenza.